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Ricerca

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In breve

In breve

L’Università di Padova è un grande e storico ateneo caratterizzato da un’ampia copertura delle aree del sapere, dove si svolge ricerca d’eccellenza, innovativa e attenta al trasferimento delle conoscenze nel territorio. Dobbiamo qualificare sempre di più la nostra Università come una Research Intensive University, consolidando la cultura dell’eccellenza in modo inclusivo, curando e offrendo opportunità di crescita a tutti i settori, favorendo le iniziative interdisciplinari e accrescendo la sua dimensione internazionale. Obiettivo di lungo termine è di essere riconosciuta come una delle Università di maggiore prestigio a livello mondiale in tutte le aree della ricerca, delle scienze fisiche, matematiche, chimiche, della terra e dell’ingegneria, delle scienze della vita e delle scienze umane e sociali.

Padova come research intensive university: valorizzare, coltivare, armonizzare. Il nostro è un grande Ateneo pubblico e generalista, caratterizzato da una grande pluralità di domini di ricerca di base e applicata, che va garantita e sostenuta con forza. Vanno adottate strategie di valorizzazione delle diverse realtà esistenti, anche introducendo meccanismi di valutazione che distinguano un primo livello per aree e un secondo rivolto a tutto l’Ateneo, anche facendo ricorso a comitati scientifici esterni di alto profilo. Una buona valutazione, condivisa nei criteri, è funzionale a definire uno schema di premialità che preveda obiettivi ambiziosi, ma credibili e raggiungibili per un numero più ampio possibile di docenti. Bisogna inoltre investire su giovani ricercatrici e ricercatori, che costituiscono una risorsa essenziale per promuovere la ricerca disciplinare e interdisciplinare, mantenendola dinamica e innovativa, sostenendole/i, riservando loro quote di finanziamento e limitando gli impegni che tolgono tempo alla ricerca.

La transdisciplinarietà per affrontare le nuove sfide globali e i cambiamenti sociali. Nell'attuale contesto globalizzato, le grandi sfide scientifiche, tecnologiche e sociali richiedono competenze interdisciplinari e capacità di innovazione transdisciplinare che solo un grande Ateneo come il nostro può offrire. Vanno incentivate le occasioni di interazione e collaborazione tra le diverse aree del nostro Ateneo, indirizzando una quota centrale per il finanziamento di progetti interdisciplinari, nei quali privilegiare collaborazioni nuove e innovative, che possano agire da volano per ulteriori iniziative e che permettano di valorizzare tutte le parti coinvolte. Bisogna favorire la propensione al dialogo tra le diverse competenze presenti nel nostro Ateneo, organizzando workshop tematici che fungano da contenitore per l’incentivazione di iniziative interdisciplinari.

La cultura dell’eccellenza per una dimensione internazionale della ricerca. L’Università di Padova è un’eccellenza tra i grandi Atenei nazionali. Il prossimo rettorato deve impegnarsi per mantenere questa eccellenza, intraprendendo iniziative che possano dare una dimensione sempre più internazionale al nostro Ateneo. La collaborazione con altre Università accresce la nostra ricerca, migliora la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento e guida l’innovazione. Vanno dunque costruiti partenariati strategici con Università eccellenti nella ricerca, identificando pochi temi specifici su cui investire risorse per progetti di ricerca comuni. Queste partnership possono poi essere impiegate per aderire a reti europee da un punto di forza. Va potenziato il supporto amministrativo e tecnico per chi partecipa a bandi competitivi internazionali, favorendo la creazione di segreterie scientifiche, che possano fungere da collegamento tra gli uffici centrali e i Dipartimenti. Bisogna mantenere e se possibile migliorare il flusso in entrata di accademici eccellenti a tutti i livelli della propria carriera, riqualificando i programmi STARS e Brain Gain.

Un Ateneo che crede nella ricerca aperta ed inclusiva. L’Università di Padova crede nella Open Science, che costituisce un nuovo paradigma nei rapporti tra ricerca, istituzioni e società. Bisogna fare dell’Open Science una best practice nella produzione e circolazione della conoscenza, promuovendo e sostenendo tutte le attività necessarie per la transizione dell’Ateneo a un modello “aperto” di acquisizione, produzione e circolazione della conoscenza. Va dunque da una parte rafforzato e consolidato l’utilizzo delle infrastrutture e servizi già esistenti in Ateneo per l’accesso aperto ai dati e alle pubblicazioni scientifiche, dall’altro vanno esplorati nuovi modelli di pubblicazione, che garantiscano la transizione dal modello “closed” a quello “open” per i prodotti della ricerca caratterizzanti le diverse aree disciplinari, l’armonizzazione delle attività delle Open Science con gli attuali criteri di valutazione della qualità della ricerca e delle progressioni di carriera e l’attivazione di piattaforme ad accesso aperto in collaborazione con altri Atenei.

Premessa

Premessa

Un’Università pubblica capace di affrontare le nuove sfide della conoscenza senza dimenticare le proprie origini deve favorire le condizioni per lo sviluppo di una piena libertà di pensiero, riconoscere e garantire una uguale dignità a tutte le discipline, puntare sull’intreccio virtuoso tra ricerca e didattica. La ricerca, valore fondante della Comunità scientifica universitaria, è la vera pietra angolare di tutto l’edificio e andrebbe agevolata e stimolata in modo attento, mirato e consapevole, allo scopo di qualificare sempre di più la nostra Università, consolidando la cultura dell’eccellenza in modo inclusivo, curando e offrendo opportunità di crescita a tutti i settori, favorendo iniziative interdisciplinari e accrescendo la sua dimensione internazionale.

L’Università di Padova è un grande e antico Ateneo che copre uno spettro di aree culturali molto vasto, promuovendo una ricerca di qualità in ciascuna di esse. Questa natura multidisciplinare è sicuramente uno dei punti qualificanti, ma una tale straordinaria ricchezza va tutelata e sorretta con attenzione, perché richiede strategie di valorizzazione diversificate, capaci di interpretare le diverse identità e le differenti prassi di ricerca.

La feconda pluralità di settori presente nel nostro Ateneo rende infatti scarsamente efficace il ricorso a politiche basate su un modello unico, soluzione adatta a strutture come i politecnici o a istituti di ricerca molto definiti. Ad esempio, azioni di sostegno alla ricerca centrate solo sul singolo o su tipologie di ricerca ad alto rischio, che possono essere efficaci a livello europeo, sono poco adattabili alla realtà dell’Ateneo di Padova, perché́ creano squilibri e non garantiscono uno sviluppo armonico dell’intera Comunità. A ciò si aggiunga che la ricerca italiana sconta un cronico sottofinanziamento nazionale, che ostacola anche la sua capacità di attrazione di ulteriori finanziamenti e di ricercatrici e ricercatori dall’estero, elementi essenziali per sostenere una ricerca d’eccellenza.

Crediamo allora che sia necessario attuare azioni mirate per sostenere le diverse aree e per favorire la creazione di iniziative di collaborazione dentro e tra le aree. Attualmente l’organizzazione del nostro Ateneo lascia ampia libertà ai Dipartimenti di organizzarsi per il supporto delle attività di ricerca disciplinari, prevedendo la distribuzione di un Budget Integrato per la Ricerca dei Dipartimenti (BIRD) su cui ci sono pochi vincoli, mantenendo a livello centrale la capacità di attuare politiche di indirizzo su grandi iniziative, come i programmi di finanziamento delle grandi infrastrutture e i programmi di reclutamento di talenti.

La libertà di pianificazione delle ricerche disciplinari sarà accompagnata dall’introduzione di politiche di indirizzo per contribuire a far crescere le aree bisognose di un sostegno, mentre la programmazione centrale dovrà essere sfruttata per cogliere occasioni di crescita all’interno delle politiche Europee e ministeriali, ma anche per trovare una via autonoma che possa limitare condizionamenti dovuti a politiche decise esternamente.

Questo insieme di azioni, in nome di una politica che intende favorire l’autonomia della ricerca di base e insieme incentivare iniziative capaci di mettere in un fertile dialogo i saperi, va nella direzione di rafforzare le capacità del nostro Ateneo di affrontare i grandi temi e sfide che la contemporaneità ci pone davanti, anche sapendoli anticipare, coltivando ricerca innovativa in settori che potranno diventare centrali in futuro. I grandi cambiamenti sociali, infatti, richiedono soluzioni che si basano su un ampio spettro di saperi, spesso mescolando ambiti molto diversi che vanno dalle scienze dure e l’ingegneria alla medicina, fino alle scienze umane e sociali.

Il nostro Ateneo ha conseguito negli ultimi anni riconoscimenti davvero importanti, al punto di potersi fregiare del titolo di migliore grande Università d’Italia. È fondamentale che il nuovo rettorato si impegni nella sfida per mantenere questa eccellenza, ma allo stesso tempo miri a far riconoscere il proprio valore nel più ampio quadro internazionale, con iniziative opportunamente indirizzate. In questo senso andranno sostenute politiche attive di internazionalizzazione delle attività di ricerca e del corpo docente, non semplicemente inseguendo i bandi e i programmi di finanziamento, ma promuovendo e cercando nuove partnership con istituti di alta qualificazione. Andranno anche proseguite le attività di valorizzazione delle punte di eccellenza, secondo un’azione già fruttuosamente messa in atto dal rettorato uscente, ma con una visione d’insieme capace di contemperare tali esigenze con la necessità di valorizzare e sostenere l’intero corpo docente grazie a politiche incentivanti che possano parlare a tutti.

Fare dell’Università di Padova un polo di ricerca di livello europeo significa offrire opportunità di ricerca qualificanti e stimolanti a tutto il personale docente, ricercatrici, ricercatori, dottorande, dottorandi, studentesse e studenti, opportunità di formazione e crescita per le e i più giovani, opportunità per il territorio di avvalersi di competenze e conoscenze sempre all’avanguardia.

Research Intensive University

Padova come Research Intensive University: un polo di ricerca di eccellenza

La ricerca di base e applicata costituisce il primo e più importante ambito di lavoro di una grande Università, poiché grazie a essa si costruisce un sapere sempre in costante crescita e aggiornamento e perché permette di creare le condizioni per favorire occasioni di dialogo tra le discipline, un dialogo il cui esito dipende proprio dalla qualità della ricerca.

Il nostro Ateneo è caratterizzato da una vivace pluralità di attività di ricerca di base e applicata, che va garantita e stimolata con forza, anche perché è elemento essenziale per dare forma ad ambiziose iniziative di ricerca inter/trans/multi-disciplinari. Per supportare la ricerca disciplinare è allora necessario adottare, con coraggio e con una visione a lungo termine, strategie che sappiano interpretare e comprendere esigenze di aree spesso molto diverse, tramite opportuni strumenti di valutazione e di sostegno.

Una buona valutazione, condivisa nei criteri, è infatti il passaggio cruciale per definire obiettivi stimolanti, ma credibili e raggiungibili per il numero più ampio possibile di docenti. Per conseguire l’obiettivo di portare un grande Ateneo come quello patavino tra le migliori realtà europee, tutto il personale docente va incentivato a mettersi in gioco, per migliorare la qualità della propria ricerca.

È quindi necessario comprendere che la valutazione non ha come obiettivo quello di stabilire delle semplici graduatorie, ma costituisce uno strumento per valorizzare la ricerca e consentire la definizione di strategie e azioni a favore di quelle aree che non sono ancora giunte a esprimere tutte le loro potenzialità. La valutazione è fondamentale nei diversi campi di studio non solo per preservare la biodiversità della ricerca, ma per stimolarla in modo adeguato. La valutazione deve essere la premessa di un finanziamento adattato ai bisogni e alle richieste specifiche dei diversi ambiti. Pertanto, si propongono le seguenti azioni:

  • Valutare meglio per valorizzare tutte e tutti: introdurre sistemi di valutazione conformi alle caratteristiche delle diverse macroaree, anche facendo ricorso a comitati di esperti esterni.
  • Allestire bandi per progetti di ricerca, e relativi finanziamenti, modellati sulle esigenze delle diverse macroaree, con opportuni meccanismi di armonizzazione nella gestione delle risorse.
  • Implementare schemi di incentivazione che siano salienti per il maggior numero possibile di ricercatrici e ricercatori, e che quindi sostengano l’impegno nella ricerca di tutta la Comunità accademica.

Giovani e Talenti

800 anni e non sentirli: Giovani e Talenti

L’Università si rinnova e cresce attraverso il reclutamento di nuovi e giovani talenti. La capacità di produrre ricerche innovative e di proporsi ai vertici della ricerca internazionale richiede di saper attrarre ricercatrici e ricercatori che portino nuove competenze e rafforzino la qualità della ricerca prodotta. Le giovani ricercatrici e i giovani ricercatori sono per loro natura i più vicini alla frontiera della conoscenza e devono essere sostenuti. A loro vanno date fiducia e opportunità di eccellere. Grande attenzione va quindi attribuita al reclutamento di assegniste/i di ricerca e ricercatrici e ricercatori universitari e alle azioni per consentire loro di fare ricerca, esplorare e maturare scientificamente. Il reclutamento è la leva principale di rinnovamento e miglioramento per le varie aree disciplinari. È fondamentale essere in grado attrarre talenti a tutti i livelli di carriera.

Il nostro Ateneo attua vari programmi di attrazione di ricercatrici e ricercatori eccellenti, cercando di supportare progetti innovativi. Le misure più significative sono state il bando Supporting TAlent in ReSearch@University of Padua (STARS@UNIPD), il progetto Brain Gain, il supporto alle azioni Marie Curie. Il bando STARS come incubatore di grant ERC è risultato un ottimo programma di attrazione di ricercatrici e ricercatori validi, oltre che un momento di crescita per le ricercatrici e i ricercatori già strutturati, con la possibilità di creare progetti di startup. Va notato che è uno dei pochissimi momenti in cui giovani ricercatrici e ricercatori non già strutturati hanno l’opportunità di inserirsi nel nostro Ateneo, mettendosi in gioco in prima persona, con piena libertà nella scelta del tema di ricerca e con una valutazione effettuata da un comitato esterno. I numeri del progetto Brain Gain, per quanto significativi, si sono ridotti nel corso del tempo. Nell’ambito di un Ateneo di grosse dimensioni come il nostro è importante che questo programma riprenda vigore, mantenendosi a valori significativi, che comunque non compromettono la programmazione delle varie aree.

Per quanto riguarda i programmi di attrazione di giovani si possono individuare alcune linee d’azione:

  • Investire sui nuovi ingressi e creare per loro una politica specifica, più in particolare:
    • Contenere quanto più possibile l’attività didattica di RTDA e RTDB, compatibilmente con le richieste di legge;
    • Vincolare una quota del BIRD per iniziative di sostegno alla ricerca di giovani;
    • Allestire bandi di ricerca di Ateneo riservati a giovani ricercatrici e ricercatori.
  • Riproporre e rivedere le finestre temporali di eleggibilità dei bandi STARS, sia per le ricercatrici e i ricercatori non strutturati che per quelli strutturati in modo da usufruire di tutta la finestra di eleggibilità dei bandi ERC. Ripensare alla durata temporale dello STARS portandolo da due a tre anni.
  • Ripensare il programma Brain Gain adottando un approccio più selettivo rispetto alla qualità scientifica delle proposte e alle priorità strategiche dell’Ateneo e alle linee di ricerca e programmatiche dei Dipartimenti.

I fattori della ricerca

Fondi e reti: i fattori della ricerca

Il nostro Ateneo si impegnerà nel favorire la ricerca di alta qualità fornendo strumenti per attirare finanziamenti e costruire e partecipare a reti di ricerca nazionali e internazionali.

Fundraising

L’innovazione e la ricerca di qualità richiedono un flusso costante e importante di finanziamenti. Per riuscire a partecipare con significative probabilità di successo ai programmi di finanziamento europei sono necessari diversi elementi: un’informazione dettagliata e puntuale sulle call disponibili; la conoscenza delle expertise presenti in Ateneo con cui poter fare rete; un supporto tecnico qualificato per la fase di scrittura e presentazione del progetto.  C’è in particolare una forte necessità di avere supporto per creare connessioni tra gruppi di ricerca diversi in Ateneo che potrebbero avere interessi comuni in fase di partecipazione a programmi di finanziamento. Inoltre, il nostro Ateneo nel contesto di H2020 ha avuto un discreto successo nei programmi dei primi due pilastri (excellent science e industrial leadership), mentre risulta più debole nel terzo pilastro, che riguarda le societal challenges, dove sono previsti progetti di ricerca collaborativa relativi alle priorità dell'agenda politica europea. Risulta quindi fondamentale la promozione della ricerca interdisciplinare, l’unica in grado di intercettare i grandi temi.

Alla luce di quanto esposto sono individuabili le seguenti azioni:

  • Rafforzare l’EU Research HUB, incentivando contemporaneamente i Dipartimenti a creare segreterie scientifiche, che possano fungere da collegamento tra gli uffici centrali e i Dipartimenti stessi, anche cofinanziando posizioni di personale tecnico amministrativo qualificato, eventualmente condivise per i Dipartimenti più piccoli;
  • Creare una maggiore integrazione tra gli uffici ricerca, in particolare: migliorando la sinergia tra chi si occupa di fondi internazionali e nazionali (Ufficio Valorizzazione della ricerca), soprattutto per il supporto a fondi di carattere ibrido, a parternariato internazionale ma aventi enti di gestione nazionali;
  • Ripensare la piattaforma istituzionale che rende pubblici i programmi di finanziamento;
  • Attuare politiche di formazione permanente del personale docente e ricercatore, rivolte principalmente alla e ai più giovani e non necessariamente limitate alle call ERC;
  • Finanziare workshops per docenti dell’Ateneo che fungano da contenitore per l’incentivazione di iniziative interdisciplinari;
  • Investire sull’assunzione di personale tecnico amministrativo di elevata qualificazione e sulla formazione del personale già presente in grado di supportare le diverse fasi progettuali per la presentazione e gestione di bandi competitivi. Favorire la progettualità con iniziative mirate alla ricerca di base grazie a strutture di Ateneo e di Dipartimento che sappiano sostenere le ricercatrici e i ricercatori nella fase di scrittura e progettazione anche per quanto riguarda bandi locali, bandi nazionali, partnership con aziende o istituzioni private.

Reti e partnership di ricerca

La collaborazione tra Università, la creazione di reti di ricerca nazionali e internazionali e la partecipazione a organismi scientifici sovranazionali accrescono la nostra ricerca, migliorano la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento e guidano l’innovazione. L’Università di Padova partecipa a varie reti e programmi, che offrono opportunità importanti per docenti, ricercatrici e ricercatori, e ha attuato politiche di cooperazione internazionale e sviluppo di partnership internazionali. È allora necessario avviare alcune azioni per favorire un più proficuo incontro tra centri di ricerca:

  • Incentivare le iniziative di collaborazione internazionale, individuando specifiche aree e tematiche a maggiore potenzialità. Un esempio innovativo potrebbe essere dato dalla creazione di centri tematici interdisciplinari in collaborazione con Atenei e centri di ricerca internazionali.
  • Costruire partenariati strategici con Università eccellenti nella ricerca, identificando pochi temi specifici su cui investire risorse per progetti di ricerca comuni. Queste partnership possono poi essere usate come base per poter procedere da una posizione preminente alle applicazioni a reti europee.
  • Essere proattivi nella proposta e adesione a programmi di collaborazione dell’Unione Europea.
  • Rifocalizzare l’azione del China office, cercando di promuovere collaborazioni nelle aree tematiche su cui ci sia un forte comune interesse.

La transdisciplinarietà

La transdisciplinarietà per affrontare nuove sfide globali e i cambiamenti sociali

Una ricerca capace di stabilire fertili connessioni tra discipline diverse è sempre più riconosciuta come una risorsa indispensabile per affrontare le nuove sfide poste da un mondo via via più dinamico e complesso. L’Ateneo di Padova, in virtù della grande Comunità di intelligenze che accoglie, rappresenta uno dei contesti ideali per creare occasioni di incontro e contaminazioni di idee ed esperienze.

Nonostante le politiche di indirizzo nazionali, europee e mondiali siano orientate a valorizzare con sempre maggiore decisione la ricerca e la attività formative a forte caratterizzazione interdisciplinare, vi sono però molti ostacoli che si frappongono a una piena espansione di questo tipo di esperienze, che non vanno pensate come forme alternative alla ricerca di base, ma come ulteriore opportunità per valorizzare in modo nuovo e inedito la ricerca disciplinare.

Il nostro Ateneo in tempi recenti ha proposto e favorito il finanziamento di ricerche interdisciplinari, giungendo spesso a risultati incoraggianti, ma resta ancora molto da fare per istituire sinergie virtuose tra competenze complementari già presenti nella nostra Università. Da parte dell’Ateneo andrà allora rafforzata energicamente la spinta progettuale in questa direzione, in modo da rendere la transdisciplinarietà uno degli obiettivi di primaria importanza per la nostra Università. Va immaginato un investimento mirato a sostenere non solo le azioni delle singole ricercatrici e dei singoli ricercatori, ma anche la nascita di nuovi progetti interdisciplinari, così da favorire finanziamenti nazionali e internazionali.

Queste alcune delle azioni mirate a stimolare nuove occasioni interdisciplinari:

  • Dare vita a finanziamenti dedicati a progetti interdisciplinari, premiando quelli altamente innovativi. Una siffatta politica consente di favorire e premiare la nascita di nuove interazioni tra ricercatrici e ricercatori e non semplicemente di sostenere collaborazioni già esistenti, per quanto importanti.
  • Organizzare giornate di presentazione reciproca delle proprie linee di ricerca per docenti, ricercatrici e ricercatori dell’Università di Padova, attraverso attività quali flash talk o elevator pitch, al fine di favorire lo scambio di conoscenze utili a creare le basi per interazioni future, anche a lungo termine.
  • Agire sul piano della didattica specialistica, luogo ideale per occasioni di lavoro transdisciplinare. Sempre più attività nella società attuale richiedono una formazione, che necessita di capacità di collaborazione tra settori, professioni e attività diverse, e questo richiede di formare studentesse e studenti con la capacità di comprendere le diversità esistenti in ambiti differenti e di lavorare in ambiti interdisciplinari. Tutto ciò può essere realizzato offrendo alle studentesse e agli studenti una didattica che prenda origine dalla pratica interdisciplinare della ricerca. Corsi di laurea interdisciplinari possono gemmare nuovi interessi di ricerca e viceversa. Vanno pertanto proseguite e rafforzate le politiche di reclutamento attente alle figure che si propongono come ponte tra settori e campi diversi e che possono essere al centro di nuovi corsi di formazione superiore inter e transdisciplinari (anche a livello di dottorato).

Il trasferimento della conoscenza

Una ricerca attenta al trasferimento della conoscenza sul territorio

Negli ultimi anni l’Ateneo si è distinto per la qualità della ricerca rivolta a settori di potenziale interesse per diversi tipi di industria. Nel contempo la Commissione Europea ha finanziato e continuerà a finanziare progetti di ricerca e sviluppo rivolti all’industria europea. Diversi gruppi di ricerca dell’Ateneo hanno partecipato a questi progetti su iniziativa delle singole ricercatrici e dei singoli ricercatori e spesso sulla base di conoscenze personali dirette. Occorre ora un’azione centrale e coordinata per permettere un dialogo e un incontro non più occasionale tra i settori di ricerca d’eccellenza dell’Ateneo e i gruppi industriali, sia quelli transnazionali di ampie dimensioni, sia quelli assai numerosi, di media e piccola caratura:

  • Creare una piattaforma di Ateneo accessibile a utenti registrati, quali industrie, acceleratori, associazioni di settore, per permettere ai gruppi aziendali di investire nei progetti di ricerca più interessanti allo scopo di trasformarli in startup ad alto valore aggiunto, grazie alla somma di valore scientifico e competenze imprenditoriali. Questi acceleratori possono essere finanziati con fondi pubblici o privati e concentrarsi su una vasta gamma di settori.
  • Promuovere la disseminazione dei dati raccolti nella piattaforma alle aziende internazionali che possano essere interessate a idee progettuali in una fase meno avanzata rispetto al punto precedente, ma ancora attrattive per l’industria. Questo potrà essere ottenuto anche aumentando la visibilità dell’Ateneo verso società di consulenza leader in Europa nella gestione dell’innovazione e nell’ottenimento di finanziamenti pubblici per poter raggiungere attraverso di esse un numero più elevato di aziende.
  • Sviluppare una nuova piattaforma per la ricerca nazionale e internazionale, che metta a disposizione dei nostri gruppi di ricerca una lista completa delle risorse disponibili provenienti da progetti competitivi, da fondazioni private, etc.

In diverse Università straniere sono attivi “Consortia” di aziende e gruppi di ricerca universitari mirati allo sviluppo di prodotti industriali innovativi e promossi dalle aziende stesse. Diverse/i docenti, ricercatrici e ricercatori padovani hanno attive collaborazioni di ricerca spesso informali, non supportate da fondi, che talvolta si concretizzano al più sotto forma di pubblicazioni congiunte. Si propone di favorire la mobilità di docenti, ricercatrici e ricercatori per la partecipazione a workshop e riunioni tecniche organizzate nell’ambito di tali Consortia per consentire la presentazione delle attività di ricerca dei gruppi patavini allo scopo di creare dal basso una rete di collaborazioni da consolidare successivamente in accordi strategici di collaborazione e scambio con le Università e le aziende partecipanti al Consortium.

Open Science

Un Ateneo che crede nella ricerca aperta ed inclusiva

L’Open Science è definita come “a movement which aims to make scientific research, data and dissemination accessible to all levels of an inquiring society”. Il termine, che investe tutte le discipline accademiche, è stato introdotto dalla Commissione Europea (CE), che ha individuato otto linee principali di azione per la sua messa in pratica: 1. Rewards and Incentives; 2. Research Indicators and Next-Generation Metrics 3. Future of Scholarly Communication 4. European Open Science Cloud 5. FAIR Data 6. Research Integrity 7. Skills and Education 8. Citizen Science. Questi otto temi sono tra loro correlati in un insieme di attività in cui accademia, editoria e società sono chiamate a rendersi parti attive di un processo, lungo quanto inesorabile, verso una libera circolazione dei risultati della conoscenza scientifica. L’Open Science si configura, dunque, come un vero e proprio cambiamento epocale nel modo di accedere alla conoscenza, di fare ricerca e conservarla, perché questa diventi accessibile e fruibile dalla società e dalla stessa accademia.

L’Ateneo di Padova ha pioneristicamente fatto propri i principi dell’accesso pieno e aperto alla letteratura scientifica, promuovendo la libera disseminazione e la più ampia diffusione in rete dei risultati delle ricerche prodotte in Ateneo.

In quest’ottica si possono individuare alcune azioni:

  • Consolidare, promuovere e sostenere tutte le attività necessarie per la transizione dell’Ateneo a un modello “aperto” di acquisizione, produzione e circolazione della conoscenza, per far sì che l’Open Science entri a far parte della routine di ricerca e didattica di ricercatrici e ricercatori.
  • Istituire una Commissione di Ateneo per l’Open Science, composta da un delegato per ogni Dipartimento, che si occupi di sensibilizzare ricercatrici e ricercatori alle tematiche dell’Open Science e all’utilizzo degli strumenti e delle infrastrutture per la scienza aperta già disponibili in Ateneo, di discutere e monitorare novità e sviluppi sull’Open Science a livello sia nazionale che internazionale, oltre che di coordinare le varie iniziative con altri Atenei italiani e internazionali.
  • Utilizzare in modo più efficiente i depositi istituzionali delle pubblicazioni e dei dati, popolandoli maggiormente, e promuovere l’utilizzo di software di dominio pubblico.
  • Misurare e monitorare la sostenibilità finanziaria del periodo di transizione dei modelli in abbonamento a quelli in sole Article Processing Charges, per tutte le aree disciplinari.
  • Favorire la propensione di docenti, ricercatrici e ricercatori dell’Ateneo a far propri gli strumenti e le attività propri dell’Open Science.
  • Mantenere una commissione di Ateneo che rilevi in modo standardizzato il costo complessivo di pubblicazione per editore a carico dell’intero Ateneo e, in modo via via più granulare, a carico dei singoli Dipartimenti, delle singole ricercatrici e dei singoli ricercatori. In particolare, si vuole assicurare che il passaggio a un modello solo open access sia giuridicamente e finanziariamente sostenibile per il personale docente, ricercatrici e ricercatori di tutte le aree disciplinari, con una particolare attenzione alle diverse peculiarità disciplinari, alle loro diverse modalità di produzione scientifica e ai costi più o meno onerosi di pubblicazione su riviste di settore, di elevata reputazione.
  • Mantenere un ruolo all’interno di organi nazionali che svolgono il ruolo di facilitatori dei rapporti tra accademia ed editoria (es. Osservatorio Nazionale della Scienza Aperta della CRUI). Promuovere la partecipazione a gruppi di lavoro nazionali ed europei sulle tematiche dell’Open Science.
  • Esplorare nuovi modelli di pubblicazione, quali la green road, il modello Coalition S-S20 e altri modelli di pubblicazione alternativi per tutte le aree disciplinari, l’attivazione di piattaforme ad accesso aperto (megajournals), e l’armonizzazione delle attività delle Open Science con i criteri correnti di valutazione della qualità della ricerca e delle progressioni di carriera.
  • Promuovere l’informazione su modelli alternativi come la green road senza embargo o il modello S20.
  • Ridefinire una politica editoriale per l’accesso aperto della Padova University Press.
  • Valutare la sostenibilità in termini finanziari e di risorse umane dell’istituzione di piattaforme ad accesso aperto (megajournal).
  • Adoperarsi affinché l’adozione di modalità eque, paritarie e sostenibili per pubblicare in accesso libero (o a basso costo) sia incentivata/premiata e comunque non risulti in conflitto con alcuni criteri fondanti per la valutazione della “elevata reputazione” di docente, ricercatrice e ricercatore. In particolare, perché la propensione all’Open Science aumenti è necessario:
    • incentivare e premiare quelle ricercatrici e quei ricercatori che fanno della libera circolazione del sapere una best practice for a good science, a servizio della società e del resto della Comunità scientifica;
    • affiancare alle tradizionali metriche altri strumenti per la valutazione della qualità della ricerca, che siano più coerenti con i nuovi modelli di pubblicazione propri del nuovo paradigma culturale dell’Open Science, riconoscendo una valenza scientifica anche al prodotto librario o al prodotto multimediale in grado di estendere la comunicazione a un pubblico più ampio.