cookie-law-info
domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init
action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /web/htdocs/www.danielamapelli.it/home/wp-includes/functions.php on line 6114pods
domain was triggered too early. This is usually an indicator for some code in the plugin or theme running too early. Translations should be loaded at the init
action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /web/htdocs/www.danielamapelli.it/home/wp-includes/functions.php on line 6114Scarica il testo di questa sezione del programma in pdf
In breve
L’Università ricopre un ruolo importante nei processi di crescita della società, essendo la conoscenza il motore dello sviluppo sociale ed economico. Consapevole di questo, l’Università di Padova nel suo Statuto (Art. 1, comma 1) si presenta come: “… un’istituzione pubblica di alta cultura che promuove e organizza l’istruzione superiore e la ricerca scientifica nel rispetto della libertà di insegnamento e di scienza, nonché il trasferimento delle conoscenze sul territorio”. Obiettivo del prossimo sessennio sarà quello di accelerare il processo di trasformazione che la porti a diventare punto di riferimento per le aziende e la società nell’innovazione, la ricerca e lo sviluppo sul territorio regionale, nazionale e internazionale.
Le attività di Terza Missione hanno bisogno però di una profonda ridefinizione che superi l’idea del solo trasferimento tecnologico verso le imprese, ma che al tempo stesso non si estenda in modo indistinto su “tutto ciò che non è prima o seconda missione”. Occorre piuttosto una definizione che sia in grado di comprendere e stimolare il trasferimento di conoscenza sul territorio e per il territorio con l’obiettivo di generare innovazione territoriale e di sistema. Oltre alle imprese, dovranno essere considerati quindi anche tutti gli altri attori strategici per lo sviluppo territoriale: la Pubblica amministrazione, con particolare riguardo ai diversi livelli di governo, nazionale, regionale e locale; le imprese profit e non profit, il Terzo settore (si pensi a Padova capitale europea del volontariato).
Sulla base di questo nuovo approccio al concetto di Terza Missione la prima azione da mettere in atto sarà una ricognizione e catalogazione approfondita e accurata di tutte le attività già presenti, e molto spesso misconosciute, in Ateneo al fine di aumentarne la visibilità e riconoscibilità. Verrà quindi creato un Portale della Terza Missione di Ateneo, con apposito logo, naturale luogo di incontro tra offerta e domanda di servizi, da articolare con l’apporto di tutti i Dipartimenti e Centri interdipartimentali e di Ateneo. Il portale verrà costruito con un approccio partecipato con l’obiettivo, al tempo stesso, di mettere in rete le diverse competenze presenti in Ateneo, attivando sinergie di tipo interdisciplinare, al servizio dello sviluppo regionale. Data l’importanza strategica di questo aspetto, tutte le azioni e attività già avviate dall’Ateneo in termini di Trasferimento Tecnologico e Servizi alle Imprese (spin-off, start up innovative, UNISMART, etc.) saranno mantenute e potenziate.
Al contempo, saranno aumentate e potenziate le attività di comunicazione e la divulgazione, che risultano strumenti di fondamentale importanza non solo per per trasferire cultura e conoscenza ma anche per creare un rapporto costruttivo e duraturo con il territorio. Si punterà a una maggiore sinergia con i canali di comunicazione attualmente attivi (BoLive e Ufficio Stampa UniPD) e utilizzando anche canali comunicativi più rapidi e smart come Youtube, pagine Facebook e Instagram. L’Ateneo si farà anche parte attiva nella comunicazione televisiva attraverso accordi con trasmissioni giornalistiche culturali e scientifiche apprezzate dal grande pubblico che consentano di trasferire le nostre conoscenze e ricerche.
Il rapporto con le scuole del territorio sarà un ulteriore punto caratterizzante del prossimo sessennio. Grazie alle attività di orientamento (basate su finanziamenti PLS/POT e su risorse interne), l’Ateneo sarà in grado di garantire una scelta consapevole alle studentesse e agli studenti in fase di iscrizione ai corsi di laurea, puntando anche a favorire un equilibrio di genere nelle immatricolazioni e al contempo consolidare, sviluppare e mettere a sistema le opportunità di crescita professionale del personale docente in servizio nella Scuola secondaria di secondo grado.
Le attività culturali sul territorio saranno un aspetto caratterizzante il futuro delle attività di Terza Missione. Queste attività mireranno essenzialmente alla creazione di un ecosistema che integri l’offerta culturale/museale/architettonica universitaria con quella promossa dalla città e dalla Regione, da altre istituzioni/enti/scuole e dal mondo delle associazioni. Verranno inoltre potenziate e stimolate le progettualità relative alle attività culturali interdisciplinari, nella forma di percorsi culturali, festival, manifestazioni diffuse sul territorio, con stanziamento di fondi dedicati.
Al fine di rendere completamente e totalmente fruibili le attività di Terza Missione su tutto il territorio, particolare attenzione verrà posta ai Campus “esterni” (Chioggia, Conegliano, Legnaro, Rovigo, Treviso, Vicenza) con interventi strutturali (alcuni dei quali già in atto) e/o organizzativi. Questo aspetto risulta particolarmente importante anche al fine di aumentare e consolidare il senso di appartenenza all’Ateneo da parte della comunità studentesca e del personale afferenti ai campus stessi e al contempo estendere i “servizi” e le attività dell’Ateneo anche a zone fino ad ora non sempre pienamente coinvolte.
Visione e obiettivi generali
Le Università ricoprono un ruolo rilevante nei processi di crescita della società e del territorio. La conoscenza è infatti il motore dello sviluppo che, anche grazie alla ricerca, porta l’innovazione in ogni settore sociale ed economico. Consapevole del fondamentale ruolo rivestito, l’Università di Padova nel suo Statuto (Art. 1, comma 1) si definisce: “… un’istituzione pubblica di alta cultura che promuove e organizza l’istruzione superiore e la ricerca scientifica nel rispetto della libertà di insegnamento e di scienza, nonché́ il trasferimento delle conoscenze sul territorio”. Obiettivo del prossimo sessennio sarà quello di portare l’Ateneo a diventare punto di riferimento per le aziende e la società nell’innovazione, la ricerca e lo sviluppo sul territorio regionale, nazionale e internazionale.
La Terza Missione non è infatti solo trasferimento tecnologico verso le imprese, ma anche trasferimento di conoscenza verso tutti gli attori strategici coinvolti, aumentando le capacità di convergenza dei diversi player accademici. Per raggiungere questi obiettivi le attività di Terza Missione andranno riorientate e ridefinite in modo da superare l’idea che le confina nell’ambito del solo trasferimento tecnologico, ed espanse verso una nuova formula con l’obiettivo di generare innovazione territoriale e di sistema. Oltre alle imprese, in ogni settore produttivo, andranno coinvolti con maggior efficacia attori strategici per lo sviluppo territoriale quali: le Pubbliche Amministrazioni (con riguardo ai diversi livelli di governo, nazionale, regionale e locale e con particolare attenzione al rapporto tra Università e Città di Padova), le organizzazioni non governative e tutto il Terzo settore (si pensi, ad esempio, a Padova capitale europea del volontariato).
Le strategie che spingono il mondo Accademico ad affrontare la ricerca in modo sempre più transdisciplinare/multidisciplinare investono chiaramente anche la Terza Missione. Da un lato, infatti, i programmi quadro europei (H2020, H-EU), che si muovono su temi sempre più interdisciplinari, richiedono una forte collaborazione imprese-Università. Dall’altro lato, la programmazione e i fondi per lo sviluppo, l’innovazione e la ricerca del territorio (POR FESR, Cooperazione Internazionale ex-intereg, FSE) si basano oggi sulle tematiche delineate dalle strategie di specializzazione intelligente, di per sé di natura transdisciplinare, e mettono al centro iniziative di natura pubblico/privata (Reti innovative Regionali, Cluster Tecnologici Nazionali) in cui l’Ateneo deve rivestire un ruolo di primo piano.
L’Ateneo dispone di molte infrastrutture dedicate ai temi della Terza Missione. Per realizzare una maggiore sinergia tra le diverse realtà presenti, si prospetta un’opportuna revisione dei ruoli e delle attività delle diverse infrastrutture e servizi offerti. In particolare, andranno aggiornati i ruoli della fondazione Unismart, il suo rapporto con l’Ateneo e con le sue strutture; andrà meglio valorizzato il ruolo dell’Ateneo nel Competence Center di cui è coordinatore generale; andrà sviluppato un piano innovativo di valorizzazione per spin-off e Start-up, occupandosi delle attività a elevato livello tecnologico (trasferimento tecnologico) e dei prodotti della ricerca più vicini a un’implementazione sul territorio (trasferimento di conoscenza), nel processo di trasferimento della conoscenza dall’Ateneo verso il mercato e la società civile.
Uno dei compiti della Terza missione nel trasferimento di conoscenza verso la società consiste nella costruzione della "cittadinanza scientifica” che, citando Pietro Greco, significa “maggiore consapevolezza dei cittadini attorno ai temi della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico e maggiore partecipazione alle scelte tecniche e scientifiche ivi incluse quelle ambientali e quelle eticamente sensibili.” A tal proposito l’Ateneo promuoverà azioni di disseminazione scientifica e formazione rivolte alla cittadinanza, distribuendo il suo sapere orizzontalmente. Se il sapere è la chiave per lo sviluppo economico, la cittadinanza scientifica porta a maggiore democrazia economica e a maggiore capacità inclusiva verso le possibilità di crescita.
Al fine di rendere completamente e totalmente fruibili le attività di terza missione su tutto il territorio, particolare attenzione verrà posta al concetto di Campus esteso, ovvero al ruolo della presenza dell’Ateneo non solo per la città di Padova ma per l’intera Regione; infatti l’Università di Padova è presente anche in maniera diffusa con le sue sedi (Bressanone, Castelfranco Veneto, Chioggia, Conegliano, Legnaro, Rovigo, San Vito di Cadore, Treviso, Vicenza) e con i vari corsi di studio delle professione sanitarie. Sono necessari quindi interventi strutturali (alcuni dei quali già in atto) e/o organizzativi per migliorare e consolidare il senso di appartenenza all’Ateneo del personale docente, tecnico amministrativo e del corpo studentesco estendendo contemporaneamente i “servizi” e le attività dell’Ateneo anche a zone fino ad ora non sempre pienamente coinvolte.
I rapporti con il territorio
Caratterizzato da oltre 400.000 imprese di piccola e media dimensione, il Veneto, classificato a livello Europeo come un “medio innovatore” malgrado l’importante posizionamento in termini di produzione e ricchezza, è certamente un territorio che può trarre grandi benefici e spinte all’innovazione da sinergie e collaborazioni tra istituzioni regionali, mondo delle imprese e mondo della ricerca.
Il rapporto con gli Enti regionali preposti alla ricerca e allo sviluppo, alla formazione e al capitale umano, alla cooperazione interregionale è oggi in parte seguito per gli Atenei del Veneto dalla Fondazione UNIVENETO, Ente creato oltre 10 anni fa dall'Università di Padova, dall'Università di Verona, dall'Università di Venezia Ca’ Foscari e dall'Università di Venezia IUAV. La Fondazione UNIVENETO, presieduta a turno da uno dei Rettori dei quattro Atenei ha recentemente siglato, attraverso la sua quarta commissione, un importante accordo quadro con la Regione Veneto all'interno della quale si sancisce la collaborazione tra le due istituzioni al fine di studiare il contesto economico produttivo del territorio e sviluppare in maniera adeguata le Strategie di Specializzazione Intelligente. L’accordo si svilupperà nei prossimi anni quando, con il supporto degli Atenei, la Regione provvederà all’aggiornamento del sistema di monitoraggio e delle tematiche della Strategia di Specializzazione Intelligente RIS3, del Piano Regionale della Ricerca e del piano Industriale del Veneto.
In questo contesto UNIVENETO e gli Atenei Veneti da alcuni anni collaborano allo sviluppo del sistema delle Reti Innovative Regionali, dette RIR, alle quali partecipa con i propri rappresentanti sia a livello di coordinamento scientifico che nel management e coordinamento direttivo delle RIR stesse. Le RIR, con le loro diverse componenti scientifiche e tecniche, hanno partecipato a vari bandi competitivi sull’asse 1 e 3 del POR FESR (Ricerca e Trasferimento Tecnologico) finanziati negli ultimi 3 anni per oltre 50 milioni di euro dalla Regione. Le Università e i centri di ricerca accedono per una quota fino al 30% del budget e la loro presenza è obbligatoria per l’approvazione della proposta.
Il punto di forza dell’Ateneo di Padova, finanziamenti a parte, sono le tematiche di ricerca a cui conducono le RIS. I temi delle Specializzazioni intelligenti hanno un forte carattere interdisciplinare e introducono temi che richiedono un approccio collaborativo di gruppi di ricerca provenienti dai più svariati ambiti di tutte le macroaree dell’Ateneo. Questo ha portato negli ultimi anni alla creazione di gruppi interdipartimentali di ricerca, che sfruttando le molteplici competenze presenti in Ateneo, riescono a dare risposta anche a problemi originali e complessi propri dei bandi non solo regionali. Parliamo di edifici intelligenti, di tecnologie per la salute, di beni culturali e archeologici, di fabbrica 4.0, di smart agrifood, di tecnologie per gli ambienti di vita e benessere delle persone, etc.
Pertanto, si propongono le seguenti azioni:
Dal territorio all'Europa
Appare chiara la continuità tematica e organizzativa tra le azioni in ambito europeo, quelle nazionali proposte dal MUR e dal MISE e quelli che stanno sorgendo nel contesto dei Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale. Considerando le tematiche del secondo pillar del nuovo programma quadro europeo, i temi definiti dal gruppo di esperti sul nuovo piano PNR italiano, i nomi e gli ambiti di ricerca e trasferimento dei Cluster Tecnologici Nazionali, i nomi delle Reti Innovative Regionali e i contenuti della RIS3 del Veneto, sono evidenti la coerenza dell’impianto complessivo e la condivisione degli stessi grandi obiettivi di ricerca e innovazione.
A livello organizzativo, partecipare alla costituzione e allo sviluppo delle Reti Innovative sul territorio permetterà al nostro Ateneo di far parte del vasto processo di networking e di finanziamento alla ricerca che si muove a doppio senso dal territorio regionale a quello nazionale ed europeo. Dal 2018, ad esempio, le Reti Innovative Regionali rappresentano il territorio regionale e le sue realtà all'interno dei Cluster Tecnologici Nazionali, punto di convergenza tra tutte le migliori esperienze di ricerca e sviluppo innovativo in Italia. Analogamente, il networking sui tavoli europei, piattaforme, cluster, azioni interregionali è frequentato e sostenuto dal sistema delle RIR. Questi tavoli permettono di partecipare al processo di definizione delle politiche europee e di portare quindi i temi della nostra ricerca nei più importanti ambiti e sistemi europei di finanziamento alla ricerca.
Inoltre, la convenzione siglata tra fondazione UNIVENETO e Regione del Veneto spazia anche sui temi nazionali ed europei, puntando a definire al di là degli interventi diretti finora compiuti, quali siano gli asset strategici che il territorio con i suoi Atenei, può portare a livello europeo, nelle competizioni sui bandi europei e nelle altre azioni introdotte dalla commissione. La convenzione prevede al momento la collaborazione con gli Enti regionali sia in Veneto, sia a Bruxelles e l'assunzione di personale per le università da impiegare anche in ambito internazionale.
La capacità dell’Ateneo di affrontare le sfide della terza missione e della ricerca nei prossimi anni dipenderà molto dalla sua abilità a posizionarsi nei network territoriali, nazionali e internazionali.
Pertanto, si propongono le seguenti azioni:
Università e Città
L’Ateneo di Padova, nell’ambito della terza missione, è investito di una responsabilità sociale verso il territorio che lo porta a essere attore strategico nello sviluppo urbano e regionale. In questo ambito possono essere indicate alcune linee di indirizzo, a partire dall’importante ruolo che l’Università di Padova può svolgere nella costruzione e potenziamento dell’area metropolitana policentrica del Veneto centrale. Un primo fronte è rappresentato dal rafforzamento del nodo patavino, attraverso un’alleanza forte con il Comune di Padova per il potenziamento della città universitaria come smart community, proponendo azioni positive e di impatto. Un secondo fronte è costituito dal rafforzare l’alleanza con i maggiori stakeholders dell’area metropolitana del Veneto centrale (es. Assindustria Venetocentro, Fondazione CARIPARO, Camera di Commercio di Padova) per potenziare l’area urbana funzionale della PA.TRE.VE. e Pedemontana nelle politiche di sviluppo regionale, potenziando il raccordo con i poli di Milano e Bologna. Questa azione dovrebbe essere condotta in modo sinergico con le Università veneziane (Ca’ Foscari e IUAV) presenti anche a Treviso e Vicenza e con l’Università di Verona attraverso la Fondazione Univeneto.
Pertanto, si propongono le seguenti azioni:
Il campus diffuso
L’Ateneo di Padova ha la caratteristica di essere un Campus diffuso ovvero un’Università che si estende su tutto il territorio cittadino e oltre, embricandosi e dialogando necessariamente e costantemente con le varie realtà territoriali e sociali. Il compito di coordinare tutte le varie “sedi” attraverso una vision comune ma allo stesso tempo rispettando le peculiarità e soddisfacendo le esigenze non è semplice.
Il Campus diffuso viene coinvolto in maniera trasversale in tutte le azioni del nostro Ateneo: i rapporti con il territorio, sostenibilità, benessere, inclusione, pari opportunità e ambiente per quanto concerne la “vivibilità” del Campus per la componente studentesca, per il personale docente e tecnico amministrativo, il patrimonio storico culturale con i musei, i progetti di edilizia e molto altro.
Attualmente il nostro Ateneo, oltre alle varie aree vivificate dalla presenza di studentesse e studenti e personale universitario a Padova, è presente in maniera diffusa su tutto il territorio veneto sia direttamente con le sue sedi (Bressanone, Castelfranco Veneto, Chioggia, Conegliano, Legnaro, Rovigo, San Vito di Cadore, Treviso, Vicenza), che con i Corsi di Studio delle professioni sanitarie.
Ognuna di queste sedi ha esigenze diverse sia per quanto riguarda i rapporti con la cittadinanza ma anche con le Amministrazioni locali. L’obiettivo, quindi, sarà aumentare l’integrazione per quanto riguarda “l’immagine” e la “percezione” dell’Università da parte del territorio e migliorare, per studentesse, studenti, personale docente e tecnico amministrativo il senso di appartenenza alla nostra istituzione: l’Ateneo si deve “prendere cura” della sua comunità.
Pertanto, si propongono le seguenti attività:
Il nostro Ateneo può e deve rappresentare un punto di riferimento non solo per chi vive al suo interno ma anche per il tessuto sociale su cui insiste; per fare questo è fondamentale che il Campus diffuso venga percepito non come una realtà frammentata ma come un unico “ecosistema” costituito da molteplici componenti che si muovono in armonia nel rispetto delle diverse necessità
Ottimizzazione del trasferimento tecnologico
Il trasferimento tecnologico è il processo attraverso il quale le conoscenze acquisite e prodotte dall’Università (e non solo) sono resi accessibili a un'ampia gamma di utenti che possono poi ulteriormente sviluppare e sfruttare la tecnologia per creare nuovi prodotti, processi, applicazioni, materiali o servizi. Tale attività di trasferimento ha sempre svolto un ruolo importante nel sostenere i processi di innovazione del sistema produttivo del Paese, ma ancora maggiore rilievo essa assumerà nei prossimi anni, come elemento chiave nella strategia nazionale di risposta all’attuale situazione emergenziale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) assegna infatti importanti voci di budget, in capitoli che appaiono specificamente destinati al rafforzamento della ricerca in generale e, più nello specifico, alla diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra Università e imprese; inoltre, attenzione viene posta al sostegno strutturale che dovrà essere dato ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico. La collaborazione tra Università e imprese assumerà pertanto un ruolo sempre più centrale nelle politiche di sviluppo del sistema Paese, e richiederà una forte presenza dell’Ateneo in iniziative di natura pubblico-privata.
In quest’ottica, le principali sfide che si delineano per il prossimo sessennio riguardano principalmente due aspetti:
Per quanto riguarda il primo punto, l’Ateneo possiede un enorme patrimonio di prodotti della ricerca (sia applicata che di base), e ciò può rendere complessa la sua fruizione da parte sia del mondo accademico sia di quello produttivo, essendo molto difficile aggiornare costantemente l’informazione relativa a tutte le opportunità di trasferimento che da esso possono nascere. È quindi necessario, da un lato, avere una maggiore visibilità dall’interno sulle attività dei Dipartimenti e Centri che possono essere proposte in una logica di trasferimento tecnologico, dall’altro attuare politiche attive di promozione sul territorio. A tal fine, va intensificata e qualificata la presenza dell’Ateneo nei partenariati pubblici-privati presenti sul territorio (regionale, nazionale ed europeo), quali ad esempio i CTN, i Competence Center, le RIR e le reti europee per la ricerca, così come andrà ulteriormente valorizzato il ruolo di Fondazione Unismart nello scouting di opportunità di collaborazione con le imprese del territorio, con particolare riguardo alla valorizzazione della proprietà intellettuale, che non appare al momento trovare adeguata valorizzazione. Un ruolo importante, infine, nel processo di trasferimento della conoscenza può essere svolto da spin-off di Ateneo, che infatti, per loro natura, assicurano un’interfaccia particolarmente efficace tra il mondo della ricerca (in cui sono nati) e quello delle imprese (in cui operano), e possono essere lo strumento ideale per tradurre le esigenze in settori specifici del mercato in richieste puntuali per le ricercatrici e i ricercatori dell’Ateneo.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, nell’interazione tra gruppi di ricerca e le realtà esterne all’Ateneo va posta grande attenzione ad aspetti di natura non scientifica, ma che possono risultare un ostacolo insormontabile alla conclusione di accordi di ricerca se non affrontati con le competenze tecniche necessarie. È pertanto fondamentale fornire adeguato supporto alle singole ricercatrici e ai singoli ricercatori per quanto riguarda aspetti legali e contrattualistici e tematiche legate alla protezione e sfruttamento della proprietà intellettuale e alla corretta collocazione all’interno delle collaborazioni delle attività svolte da studentesse, studenti, collaboratrici e collaboratori di ricerca. L’Ateneo fornisce già tale supporto, che può essere tuttavia potenziato e ottimizzato assicurando una maggiore sinergia sia tra le strutture stesse sia con gli organi attivi a livello di Dipartimenti e Centri.
In un’ottica quindi di miglioramento della visibilità del patrimonio di conoscenze dell’Ateneo si propongono i seguenti interventi:
Ottimizzazione del trasferimento di conoscenze
L’Università rappresenta non solo un motore di sviluppo economico diretto tramite il trasferimento tecnologico ma anche indiretto tramite il trasferimento di conoscenze trasversali e transdisciplinari. In quanto Ateneo generalista, l’Università di Padova ha la possibilità di intervenire in maniera significativa sul tessuto sociale in cui è inserita e insiste. È fondamentale quindi che la Comunità accademica venga percepita come una risorsa, non solo dal mondo produttivo, ma da tutto il consorzio civile; le innumerevoli sfumature della “bio-diversità” della ricerca e della cultura presenti dei diversi Dipartimenti andrebbero valorizzate al massimo consentendoci di declinare quella che Umberto Cerroni definiva una “società della conoscenza”, in cui l’espansione della scienza va di pari passo con l’espansione della democrazia. Pietro Greco, in un suo intervento al Senato della Repubblica, così si esprimeva: “C'è invece bisogno di una più profonda comunicazione e integrazione fra ricerca scientifica e cultura democratica sia nel senso che la scienza «deve recepire le domande di benessere, dignità e felicità che salgono dalle grandi masse dei 'nuovi arrivati', sia nel senso che quelle domande devono organizzarsi nel quadro della moderna civiltà democratica e nel fondamentale rispetto della scienza». Questo continuo interscambio, o meglio queste “affinità elettive”, tra ricerca e democrazia è un valore fondamentale e fondante della nostra cultura. L’Università deve quindi impegnarsi sempre di più in un continuo scambio fertile con la società civile che la circonda e di cui fa parte: “tutto deve essere comunicato a tutti”; quest’ultima frase, volutamente forte, introduce la necessità anche di una comunicazione che sia efficace e adeguata alle interlocutrici e agli interlocutori. La sfida del prossimo futuro è ridisegnare una rete di relazioni e di comunicazioni che renda l’Università protagonista non solo dell’avanzamento della scienza (in tutti i suoi ambiti) ma anche del benessere ottenibile attraverso la già richiamata “cittadinanza scientifica”; infatti come scrive Jacques Attali “trasmettere è condizione indispensabile del progresso”. L’università deve quindi essere vista e percepita da chi le sta all’esterno come una risorsa, la prima risorsa in realtà, a cui attingere per ottenere conoscenza. La ricerca nel campo delle scienze umanistiche, così come quelle della scienza della vita, passando per le cosiddette hard sciences, è una ricchezza che va fatta conoscere al di fuori delle mura dell’Accademia. Per fare questo è necessario “aprire le nostre porte” e diventare interlocutori privilegiati di associazioni, istituzioni pubbliche e non, con azioni precise, tra cui si suggeriscono:
Università e mondo della scuola
Il rapporto con le scuole rappresenta un aspetto di particolare importanza e trasversale tra le diverse missioni dell’Ateneo. Se uno degli obiettivi principali è quello di sostenere e guidare le studentesse e gli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie di II grado nella scelta del Corso di Laurea, non bisogna trascurare anche il contributo culturale che l’Università può dare a tutto il comparto scolastico. Il presupposto di queste azioni è la considerazione che, nel lungo termine, una consapevole e motivata scelta porta alla formazione di professioniste e professionisti che operano attivamente per il progresso della società e per il funzionamento delle istituzioni in cui lavorano, contribuendo a costruire una comunità sostenibile che opera con responsabilità sociale di territorio. Gli interventi qui proposti mirano ad aumentare la consapevolezza dell’utilità della formazione universitaria per il progresso della società, a diffondere nell’ambiente scolastico e familiare la convinzione che il progresso della società passa attraverso l’istruzione e la formazione continua, e ad attuare azioni per contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico.
Gli Interventi proposti sono quindi i seguenti:
Comunicazione e Terza Missione
Le attività di Terza Missione richiedono più di altre di essere efficacemente comunicate e di giovarsi di una positiva interazione con gli stakeholder. L’Ateneo di Padova dovrà perciò impegnarsi sempre di più a pubblicizzare la propria immagine di grande player in tutte le attività di Terza Missione, di un soggetto in grado di affrontare sfide importanti su scala globale portando con sé le eccellenze del territorio. Per fare questo sarà fondamentale sviluppare una strategia di comunicazione specifica, mirata e multi lingua che utilizzi sia i canali tradizionali che tutti i moderni social media.
L’Ateneo dovrà dotarsi prima di tutto di un portale dedicato alla Terza Missione, in cui dare visibilità alle competenze, alle linee di ricerca e alle possibilità per un Ente pubblico o privato di accedere alle risorse tecnologiche e ai servizi offerti dall’Ateneo e dalle sue infrastrutture. Il portale verrà realizzato con un approccio partecipato con l’obiettivo, al tempo stesso, di mettere in rete le diverse competenze presenti in Ateneo, attivando sinergie di tipo interdisciplinare, al servizio dello sviluppo regionale. Al contempo saranno aumentate e potenziate le attività di comunicazione e la divulgazione delle azioni della Terza Missione che risultano strumenti di fondamentale importanza per trasferire cultura e conoscenza, ma anche per creare un rapporto costruttivo e duraturo con il territorio. Si punterà a una maggiore sinergia con i canali di comunicazione attualmente attivi, (Bo Live e Ufficio Stampa UniPD), ma si utilizzeranno anche tutti i nuovi canali di comunicazione, quali Youtube, Facebook e Instagram.
Gli Interventi proposti sono quindi i seguenti: